La Cassazione, con la recentissima ordinanza n. n. 13217/2021, boccia la PAS (“Sindrome da alienazione parentale”): ha un controverso fondamento scientifico ed è all’origine di molti provvedimenti che hanno allontanato dai figli il genitore ritenuto responsabile di demolire la figura dell’altro.
La Cassazione ha di recente accolto il ricorso di una madre contro l’affido “super esclusivo” della figlia di 6 anni al padre, disposto dalla Corte d’appello di Venezia, affermando che –non basta una “astratta prognosi fondata su qualche episodio negativo, anche grave, per addivenire ad una diagnosi di “Sindrome della madre malevola” -.
In cosa consiste la PAS? Si tratta di un disturbo che spesso insorge nelle controversie per la custodia dei figli, quando il genitore alienante mira a programmare e realizzare una sorta di lavaggio del cervello, che porta i figli a esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore. In particolare si può trattare di uso di parole denigratorie riferite all’altro genitore, accuse false di trascuratezza, violenze o abusi che portano via via ad assumere nei confronti del genitore alienato diffidenza e odio.
Nel caso su cui si è espressa la Cassazione, in primo grado Tribunale di Treviso si era pronunciato sulla base di una perizia, in cui si sosteneva che la madre assumesse una condotta finalizzata ad allontanare il figlio dal padre. In particolare si faceva riferimento all’alienazione genitoriale anche perché si era accertata in capo alla madre un’altra sindrome, quella “della madre malevole”, poiché metteva in atto azioni e comportamenti tendenti a danneggiare la figura paterna.
La Corte di appello di Venezia ha confermato la decisione del tribunale di Treviso, mentre la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello rimandando il caso alla corte di appello di Brescia.
Per la Cassazione anche la “Sindrome da madre malevole” rientra nella PAS, che non ha alcuna validità scientifica e né fondamento giuridico, in quanto si è puniti per il proprio modo di essere, per le proprie asprezze caratteriali, e non per ciò che si commette ( la così detta “colpa d’autore”).
La PAS viene dunque censurata perché basata su pregiudizi. Pensiamo agli stereotipi legati alla figura delle donne: sono bugiarde per natura; tendono a manipolare gli altri per propri vantaggi, usano i figli per ricattare i mariti e cosi via.
Occorre dare centralità alla tutela del bambino, quale vittima di allontanamenti immotivati; tuttavia al tempo stesso vanno esaminate con attenzione le ragioni di rifiuto di un genitore tramite l’ascolto del bambino, dei disagi in cui si trova e delle paure, senza cadere nella tentazione di ricorrere alla PAS.
Si pensi ai tanti casi di violenza domestica: teorie come PAS colpevolizzano il genitore che ha subito i maltrattamenti accusandolo di fare il lavaggio del cervello ai figli. Purtroppo, in tali casi, il rifiuto del genitore abusante va spesso ricercato nel trauma vissuto dal bambino che ha assistito agli episodi di violenza.
Piuttosto che adottare comportamenti meschini, egoistici e prevaricatori, sollevare false accuse, tentare di lucrare sui benefici economici attirando i figli dalla propria parte, i genitori devono sempre tenere a mente che su di loro grava l’obbligo assoluto di garantire sempre il benessere dei propri figli, al di là di ogni egoistico interesse. (Dott.ssa Marianna Barbaro; Avv.ta Antonietta Clemente)
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