É Ferragosto.
Il sole picchia forte.
A Lucera ci vorrebbe il mare … Alzo la testa e guardo oltre il muro che separa il Paese dal carcere.
Osservo le bottiglie fuori dalla finestra… L’acqua sarà bollente…
“Quando qua fuori fa tanto caldo e non si respira, penso ai miei ex compagni prigionieri, chiusi là dentro una cella stretta, e smetto di lamentarmi per l’afa.
Si dice che in galera si sta al fresco, ma non è affatto vero. In carcere, forse per colpa del ferro e del cemento, si soffre di più il caldo e non c’è mai un alito di vento. In prigione non c’è mai una via di mezzo: o fa un freddo boia o fa un caldo bestia.
Quando ero detenuto, ricordo che d’estate l’afa mi faceva aumentare l’ansia e l’angoscia: dormivo di meno, ed era peggio, perché di notte la nostalgia e il desiderio di libertà si fanno più forti.” Mi vengono in mente le parole di Carmelo Musumeci.
Le bottiglie fuori la finestra.
Contrappeso per stendere la biancheria in cella.
I panni, come gli esseri umani, necessitano di aria fresca e sole per ritornare davvero puliti.